sabato 21 novembre 2009

Allarme, il Basento straripa ma è un'esercitazione


di PASQUALE D'ORIA
«Più veloci con la “saccata”, l’acqua arriva in quantità sempre maggiori. E voi, laggiù, attenti a dove piazzate quelle elettropompe, non vi sovrapponete con chi sta già utilizzando le idrovore. Avanti, massima concentrazione che non possiamo permetterci il lusso di sbagliare». Piove a dirotto, il cielo sta cadendo a terra. Acqua da sopra, ma anche da sotto. La saccata, per i non addetti ai lavori, è la costruzione rapida di un argine costituito da sacchetti di sabbia. Un muro d’emer - genza per contenere la furia distruttiva del fiume Basento che, oltrepassati gli argini sta letteralmente annegando nel fango l’area archeologica di Metaponto, un patrimonio che appartiene all’umanità. In questa città dell’antica Magna Grecia - al culmine del suo splendore arrivò a contare 11mila abitanti - ha insegnato il divino Pitagora, l’inventore delle tabelline e del teorema che dal filosofo di Samo prende il nome. Oggi, è una della maggiori attrattive turistiche della Basilicata e bisogna salvare i suoi monumenti a tutti i costi.

Sul posto si sono precipitati i primi volontari che non stanno certamente risparmiando sforzi ed energie utili a fronteggiare gli effetti di un disastro annunciato. Era già accaduto in passato e ora si combatte ancora. L’intervento, come si desume dai dialoghi dei soccorritori, consiste nel salvataggio dei materiali lapidei che circondano il tempio di Apollo Licio. Quì, in particolare 20 dei volontari di Legambiente, hanno iniziato una prima pulitura dei reperti archeologici da portare al sicuro, direttamente nei depositi del Museo che si trovano più all’interno, in località Pantanello. Stanno lavorando alacremente e possono darsi il cambio con altri volontari che si vanno radunando nella Palestra del borgo di Metaponto, sede operativa dotata di cucina campale da dove partono le direttive per le attività di primo intervento.

Cosa sta succedendo? C’è qualcosa che non quadra. Ma se da giorni non cade una goccia d’acqua e le temperature sembrano anticipare di mesi la primavera? Niente paura, è una finzione. La descrizione anticipata dello scenario possibile che si presenterà domani davanti agli occhi di chi incrocerà l’esercitazione nazionale per la messa in sicurezza dei beni archeologici di Metaponto organizzata dal dipartimento di Protezione civile presso la presidenza del Consiglio dei ministri, Regione Basilicata, Ministero dei beni culturali, Comando dei carabinieri nucleo tutela beni culturali, Comune di Bernalda e Legambiente.

Un’esercitazione che non viene effettuata casualmente, ma in occasione del cinquantesimo anniversario dell’alluvione del 23-25 novembre del 1959, cataclisma che mise a dura prova la costa jonica lucana e calabrese provocando alcuni morti ed ingenti danni. Ovviamente si tratta di un’attività preventiva autorizzata, il tema è «Influenza dei fiumi e delle aree umide sul rischio idrogeologico nelle aree costiere; relazione con l’evoluzione degli insediamenti antropici storici e attuali».
L’evento prevede la partecipazione di 100 volontari, provenienti da diverse organizzazioni italiane e coordinati da Legambiente. È prevista inoltre, la partecipazione di strutture di protezione civile e di volontari di Paesi del Mediterraneo, già coinvolti nel progetto Interreg III “Red Code” con l’obiettivo nobile di continuare a scambiare espeesperienze e incrementare ancora la capacità di cooperazione.

Attività spalmate su tre giornate. La prima si è svolta ieri dando spazio ad esperti della materia che a vario titolo hanno affrontato, dal punto di vista, tecnico e culturale il tema, avvalendosi anche di una precisa documentazione storica e del contributo di studiosi della materia tra i più noti a livello nazionale.
Oggi, seguirà una giornata di formazione a Metaponto. È dedicata alle attività teoriche e pratiche da seguire in un contesto di emergenza come quello alluvionale. Nel caso specifico della tutela del patrimonio archeologico si lavorerà con i materiali presenti sul posto, puntando al trattamento dei reperti lapidei, delle ceramiche e dei vetri, dei preziosi metallici e di altri generi, predisponendo le schede di trasferimento, la dislocazione, le attività logistiche e l’affidamento in custodia temporanea. Docenti per l’occasione saranno i tecnici della Soprintendenza archeologica della Basilicata, i Carabinieri nucleo beni culturali, i volontari di Legambiente, i docenti di archeologia dell’Università di Basilicata, oltre a restauratori accreditati.
Domani, invece, sarà la volta della giornata di esercitazione pratica vera e propria. Il tutto partirà alle prime luci dell’alba e si concluderà intorno alle 14,00, quando è prevista la chiusura conviviale dell’esercitazione, oltre al ritiro della documentazione di partecipazione, attestazioni, benefici di norma.

Nessun commento:

Posta un commento